Negli ultimi anni i miei gusti in fatto di romanzi
fantasy sono radicalmente mutati, più o meno da quando ho capito che quelli più
letti e famosi in realtà sono tutti uguali: sembrano le cronache di una partita
a D&D con tanto di dungeon e scontri casuali, e questo non va per niente
bene, credetemi.
Parlo di saghe come Dragonlance, le avventure di Drizzt o
i terribili romanzi della Troisi. Da ragazzina ho letto alcuni di questi e mi
erano piaciuti, ma con il senno di poi e con la scoperta di capolavori come le
Cronache del Ghiaccio e del Fuoco o Fafhrd e Gray Mouser mi sono totalmente
ricreduta.
Il vero fantasy non deve essere un’accozzaglia di elementi
scopiazzati dal Signore degli Anelli, ci deve essere un bel po’ di originalità,
personaggi ben caratterizzati e un’ambientazione coerente e credibile.
Ebbene sì, ci deve essere credibilità anche se è fantasy.
Non vanno bene elementi fantastici buttati a caso perché “tanto è fantasy”, ci
devono essere spiegazioni razionali, ma badate bene: lo scrittore deve
mostrare, non perdersi in inutili e lunghissimi inforigurgiti su come funziona
il mondo da lui creato.
Una bella illustrazione fantasy del bravissimo Wayne Reynolds tratta da Pathfinder
Detto ciò, ecco le dieci cose che in un fantasy non
digerisco più, in ordine sparso naturalmente:
1. Le
razze tipiche del fantasy, come elfi, nani e orchi mi hanno davvero stancata.
Un buon fantasy può funzionare anche senza di loro, come ci dimostra
efficacemente il buon R.R.Martins nelle sue Cronache.
2. Le
solite trame in cui un male superiore sta per distruggere il mondo sono banali
fino allo sfinimento: meglio trame circoscritte ad un regno, una città o una
piccola zona, dove i protagonisti potrebbero imbattersi in intrighi politici,
personaggi ambigui o minacce nascoste. Come succede spesso nella Sword and
Sorcery, gli eroi non salvano il mondo, ma salvano a malapena se stessi dai
pericoli in cui si imbattono durante il loro cammino.
3. Il
gruppo di eroi invincibili stile D&D è da evitare come la peste: il party
tipico con ladro, mago, chierico e guerriero non si può più leggere. I
protagonisti potrebbero essere mercenari, quindi abili con le armi, ma anche
uomini comuni. E nel caso che non abbiano un addestramento militare è meglio
che non diventino dei maestri appena prendono in mano una spada, ma è meglio
che imparino lentamente, che all’inizio siano goffi e distratti e che solo dopo
molto tempo imparino a maneggiare un’arma con un po’ più di efficacia.
4. Gli
scontri con mostri e banditi vari buttati nel mezzo della trama senza uno
scopo, solo perché si vuole un po’ più di azione non hanno senso! Gli scontri
devono essere funzionali alla trama, non è che se ci si infila in un tunnel
sbucano automaticamente goblin da tutte le parti, non è una partita di D&D.
Gli scrittori tendono a mettere pericoli in ogni angolo, anche se non servono a
far progredire la storia. Non capiscono che un romanzo o un racconto possono
essere belli anche se i personaggi combattono solo il minimo indispensabile.
5. Il
solito antagonista malvagio perché sì, senza motivazioni solide ad accompagnare
le sue azioni è infantile e ridicolo. L’antagonista può anche non essere del
tutto malvagio, potrebbe soltanto avere un punto di vista diverso dal solito,
magari persino comprensibile. I suoi scopi personali devono sensati e coerenti:
conquistare o distruggere il mondo non sono motivazioni accettabili.
6. L’uso
smodato della magia porta ai cosiddetti “Deus ex machina”, dove una forza
superiore e inaspettata risolve la trama. Non va per niente bene, la magia
dovrebbe essere rarissima e conosciuta solo da pochi. Chi la pratica dovrebbe
sforzarsi enormemente per riuscire ad eseguire anche i più semplici sortilegi e
questi effetti dovrebbero suscitare meraviglia nel lettore, non reazioni del
tipo: “Palla di fuoco? Ancora!”.
7. Il
lieto fine a tutti i costi non è un dogma, il romanzo potrebbe anche avere un
finale triste, dove l’eroe non vince o l’amore non sboccia. Ma attenzione, deve
comunque essere un vero finale, non lasciare l’amaro in bocca a chi legge.
8. Il
fantasy può anche essere brutto, sporco e cattivo, non necessariamente
zuccheroso e fiabesco. Le città possono essere sporche, piene di criminalità e
corruzione, mentre i personaggi si ubriacano, sono politicamente scorretti o fanno
sesso nei bordelli. In particolare il sesso è spesso velatissimo, pieno di
frasi poetiche e stucchevoli. Personalmente preferisco scene esplicite come
nelle ormai citatissime Cronache di R.R.Martins, ma su questo devo dire che si
tratta di gusti personali.
9. Le
solite missioni in cui il gruppo deve recuperare l’artefatto perduto per
sconfiggere il cattivone di turno fanno troppo videogames, non dovrebbero
proprio comparire in un romanzo.
10. I
personaggi stereotipati: il solito eroe predestinato e la sua bella principessa
stizzosa, l’amico sfigato o quello grosso e stupido. Gli scrittori dovrebbero
caratterizzare i propri personaggi in maniera più originale, dovrebbero
costruirgli intorno una storia credibile e dotarli di personalità interessanti,
e perché no, anche di paure e piccole manie.
E con questo ho detto tutto, sarei felice di sapere le
vostre opinioni in merito, ma per ora vi lascio con un pezzo metal molto
fantasy.
Alla prossima.
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