Final Fantasy VII inaugura la seconda generazione di Final Fantasy, in un certo senso, dato che è il primo capitolo a sfruttare le tre dimensioni, ridà nuova vita alla saga, consacrandola definitivamente nella storia dei videogiochi.
Final Fantasy VII:
giocato ovviamente su Playstation One in lingua inglese. Primo FF ad essere
nato in tre dimensioni, con personaggi super deformend. Il gioco è ambientato
in un mondo steampunk e i personaggi sono interessanti e ben caratterizzati.
Purtroppo, da qui in poi, a parte l’esploit di FF IX, i protagonisti maschili
della saga diventeranno depressi e con poco appeal, facendosi sopraffare da
comprimari molto più carismatici.
In questo FF il sistema gi apprendimento di magie e
abilità avviene attraverso sfere chiamate Materie. Però a meno che non si
decida di lasciare quelle di base ai vari personaggi e svilupparne le
caratteristiche personali in maniera diversificata, tutti possono fare tutto,
cosa che fa perdere molti punti alla personalizzazione del party, secondo me.
Nel mondo di gioco, la multinazionale Shinra sfrutta
l’energia Mako estratta dalla terra stessa per distribuire elettricità
all’intero pianeta, senza però curarsi degli effetti che questo processo ha
sull’ambiente. Questa energia viene sfruttata anche per potenziare soldati
umani al servizio della compagnia, minacciata dai ribelli del gruppo Avalanche,
di cui fanno parte Cloud, ex soldato della Shinra e alcuni dei personaggi
principali della saga. La trama si snoda tra i tentativi di Avalnche di
sabotare la Shinra e gli sforzi dei personaggi per impedire che il malvagio
Sephiroth attiri una meteora in rotta di collisione con il pianeta, dipanandosi
tra numerosi colpi di scena veramente ben congeniati.
In uno di questi ormai noto a tutti, Aerith muore
lasciando sconvolti i fan di Final Fantasy. Nonostante non sia il primo
personaggio della saga a morire durante uno dei giochi, la sua morte porta ad
una serie di congetture e leggende metropolitane sulla sua possibile resurrezione,
ovviamente tutte infondate.
Voto: 8/10
Pro: trama e
personaggi complessi
Contro: l’uso
delle materie penalizza la personalizzazione
Final Fantasy VIII:
giocato su Playstation in italiano. È stato il primo FF su cui ho messo le
mani, spingendomi poi a ricercare e giocare tutti i capitoli della saga che mi
ero persa, e grazie ai porting su PSX e i remake per console portatili sono poi
riuscita a giocare l’intera saga principale.
L’ottavo capitolo di Final Fantasy è ambientato
nuovamente in un mondo dominato dalla tecnologia ed è il primo ad avere
personaggi con aspetto realistico. Il gioco propone una nuova gestione delle
magie che lascia gli MP in favore di un sistema chiamato di Junction, che
prevede la preparazione di un dato numero di incantesimi esauribili (come il
mago di D&D), e la possibilità di fondere le evocazioni dette Guardian
Force con le caratteristiche principali di ogni personaggio, per potenziarlo e
permettergli di utilizzare la magia. Anche in questo capitolo, abilità e magie
possono essere apprese da tutti, unica caratteristica che distingue le capacità
dei personaggi è l’arma che utilizzano, che sarà sempre la stessa fino alla
fine, ma sarà potenziabile tramite materiali specifici e cambierà aspetto fino
ad una versione finale estremamente difficile da realizzare. Inoltre per la
prima volta i personaggi controllabili in battaglia saranno solo tre.
La trama è coinvolgente e i sei personaggi reclutabili
nel party sono più o meno interessanti. Piatta e banale la caratterizzazione
del protagonista, ma decisamente più simpatici i suoi comprimari.
Inoltre ci sono altri tre personaggi giocabili che
utilizzeremo in alcune sessioni flashback del gioco, la cui storia arricchisce
l’intreccio e ci permette di capire meglio i fatti avvenuti in passato.
Ricco di colpi di scena, Final Fantasy VIII ci racconta la
storia dei Seed, soldati mercenari al soldo di chi richieda le loro capacità
che vengono addestrati in vere e proprie scuole, chiamate Garden. Un giorno la
strega Edea s’impossessa del regno di Galbadia e dichiara guerra al resto del
mondo, così i Seed saranno chiamati a combattere contro di lei a le sue forze
militari. I Garden superstiti cercheranno di allearsi tra loro contro la
minaccia di Edea e i nostri eroi si troveranno invischiati in un gioco di
intrighi politici e di magia più grande di loro, dove il vero pericolo si
rivelerà un’entità oscura che vuole comprimere il tempo e fondere le varie ere.
La trama si dirama tra colpi di scena e tradimenti, e anche se a volte le elucubrazioni
mentali dei protagonisti lasciano il tempo che trovano il gioco emoziona e
coinvolge appieno.
Voto: 8,5/10
Pro: la trama
ricca di rivelazioni e colpi di scena
Contro: il
sistema junction non convince e i personaggi sono un po’ banali
Final Fantasy IX:
ultimo Final Fantasy a comparire su Playstation One e unico gioco che
probabilmente spreme fino in fondo le capacità della console. Il gioco è un
ritorno ad un’ambientazione medievale non contaminata da tecnologia e
personaggi super deformed. Al contrario dei suoi due predecessori, Zidane, il
protagonista (in italia, Gidan per non confonderlo con il calciatore), dimostra
di essere un allegro sbruffone ed assomiglia al Locke di FF VI.
Come in FF IV, ogni personaggio ha capacità personali
legate alle classi tipiche della saga e può usare armi ed equipaggiamenti
personalizzati che permettono l’apprendimento delle abilità tramite l’accumulo
di punti detti AP. Questo è anche l’ultimo FF a sfruttare il sistema ATB in
maniera classica, nei capitoli successivi le cose cambieranno sostanzialmente.
il mondo è in pace da secoli, fino a quando la regina
Brahne del regno di Alexandria non decide di iniziare una campagna militare per
conquistare i regni vicini e nel per riuscirci intende risvegliare l’arte
dell’evocazione ormai perduta sfruttando i poteri sopiti della figlia Garnet.
Un giorno il gruppo di avventurieri Tantalus progetta di rapire la principessa
simulando uno spettacolo teatrale nella capitale, ma sarà proprio la
principessa a fuggire con loro volontariamente per sfuggire alla propria madre,
ormai corrotta dal misterioso Kuja. I nostri eroi intraprenderanno il loro
viaggio per fermare i piani della regina.
La trama appare un po’ banale, ma in realtà è ricca di
sfaccettature e rivelazioni sui personaggi, riccamente caratterizzati a partire
dai protagonisti.
Voto: 9,5/10
Pro: la
gestione del party e la crescita dei personaggi è ottima, i personaggi sono
adorabili e la trama coinvolge
Contro: il
boss finale è un po’ deludente e sembra buttato lì per caso
I personaggi, se si esclude Tidus, il protagonista (che è
un po’ troppo piatto e banale) sono ben fatti. Dal carattere forte e
carismatici. Il prologo si svolge nella città di Zanarkand, decisamente
futuristica, dove vive il protagonista Tidus, che però ben presto si ritroverà
catapultato su Spira, un mondo moderno, colorato e vitale, ma privo di
tecnologia. Sul nuovo mondo s’imbatterà in Yuna, apprendista evocatrice che
deve percorrere un pellegrinaggio tra i templi dedicati ai potenti Eoni (le
evocazioni del gioco) per completare il suo addestramento.
Tidus scoprirà che la misteriosa entità chiamata Yevon ha
bandito la tecnologia da questo mondo inviando il terrificante Sin, ma anche dopo
secoli questo continua a minacciare Spira distruggendo ogni cosa sul suo
cammino. Tidus seguirà Yuna e i gli altri durante il suo viaggio nel tentativo di acquisire il potere necessario
per distruggere il malefico Sin, ma le cose non sono come sembrano.
Voto: 8/10
Pro: il
sistema di combattimento è ottimo , la trama interessante e la maggior parte
dei personaggi ha una buona caratterizzazione
Contro: la
sferografia poteva essere sviluppata in modo da avere una personalizzazione più
netta, non c’è la mappa esplorabile
Final Fantasy XII:
giocato in italiano su PS2, è il primo capitolo della saga regolare che si
svolge su Ivalice, ambientazione resa famosa dagli spin off tattici di FF e
dall’ottimo Vagrant Story.
Come per FF IX, è un ritorno ad atmosfere ricche di magia
e medievaleggianti, abbandonando i mondi tecnologici dei suoi predecessori. Figure
centrali di questo mondo sono i giudici, una sorta di corpo speciale che fa
rispettare le leggi, formula accuse ed esegue le sentenze (come il giudice
Dredd). Le evocazioni in questo gioco non sono le consuete già viste in tutti i
precedenti capitoli, ma creature completamente nuove da evocare in battaglia.
Peccato che siano poco potenti e che muoiano subito, rendendole di fatto
inutilizzabili.
Il gameplay viene completamente rivoluzionato e gli
scontri casuali così come li abbiamo conosciuti fin d’ora svaniscono in favore
di nemici visibili su schermo, che tecnicamente sarebbe possibile evitare (in
realtà se li scansi ti corrono dietro). Durante gli scontri è possibile
controllare le azioni di uno solo dei personaggi, che potremo muovere per il
campo di battaglia e selezionare le azioni disponibili da un menù a tendina
(similmente al sistema di combattimento di Kingdom Hearts), mentre gli altri
personaggi agiranno indipendentemente in base ad una serie di algoritmi
impostati dal giocatore, detti Gambit System. La crescita dei personaggi
avviene in base ad una scacchiera delle licenze, dove i personaggi dovranno
acquistare le varie abilità o armamenti per poterle usare. Purtroppo questo
sistema è basato sul “tutti possono fare tutto” in modo così plateale che
azzera totalmente qualsiasi personalizzazione.
La trama parte benissimo e incuriosisce fin dalle prime
battute, ma proseguendo nel gioco si appiattisce totalmente, tanto da diventare
dimenticabile. I personaggi non hanno un minimo di carattere e sono tanto
piatti da non suscitare ne simpatie, ne tantomeno antipatie nel giocatore.
Anche questo capitolo non ha mappa esplorabile ma un
sistema di viaggio veloce simile a quello del precedente capitolo.
La storia inizia nel regno di Dalmasca, dove la
principessa Ashe sposa il principe del regno vicino di Nabradia per suggellare
l’alleanza tra i due regni, ma il regno di Arcadia ben presto sferra un attacco
e il principe muore durante la battaglia lasciando Ashe vedova e costringendo
il re a firmare un trattato di resa al nemico, ma questi viene tradito e ucciso
prima di firmare il trattato. La principessa Ashe viene spacciata per morta
suicida e così il presunto traditore Bash, giudice di Dalmasca. Nel frattempo
il giovane Vaan, che ha appena perso il fratello durante l’attentato al re, si
arrabatta per le strade facendo il ladruncolo, con il sogno di diventare un
pirata dell’aria. Ovviamente la sua strada s’incrocerà con quella di Ashe e
Bash, per intraprendere il viaggio che porterà alla sconfitta del reame nemico.
Voto: 6/10
Pro: Ivalice è
meravigliosa, il sistema di combattimento è originale, le missioni secondarie
di caccia al mostro sono divertenti
Contro: i
personaggi son piatti e la trama inconsistente, le evocazioni sono belle ma
inutili
Final Fantasy XIII:
primo capitolo della saga ad apparire su PS3, segna il ritorno ad un mondo
dominato dalla tecnologia e secondo me è il punto più basso raggiunto dalla
saga. Questo capitolo è privo di tutti quegli elementi secondari che
contraddistinguono il gioco di ruolo, niente missioni opzionali, niente luoghi
segreti o dialoghi con i personaggi non giocanti. Si più solo seguire la trama
su binari prestabiliti che lo fanno assomigliare più ad un picchiaduro a
scorrimento che a un jrpg. Il tutto unito ad un sistema di combattimento
insoddisfacente e a personaggi di una piattezza e di una banalità mai viste.
Ma andiamo con ordine, e partiamo dalla trama, che è
forse l’unica cosa che si salva: i due mondi Cocoon e Pulse sono connessi tra
loro, il primo è dominato da una monarchia ecclesiastica che segue divinità
chiamate Fal’cie, che possono benedire gli umani donando loro poteri magici e
nominandoli L’cie, araldi votati a svolgere missioni per loro conto. Se
falliscono si trasformeranno in creature aberranti dette Cie’th, mentre se hanno successo diverranno cristalli e vivranno eternamente in una sorta di stasi.
Il mondo di Pulse è invece brutale e selvaggio, e vi
vengono esiliati coloro che vengono invece maledetti e marchiati dai Fal’Cie,
ma le epurazioni sono prive di controllo e i ribelli del Nora attaccano i treni
diretti a Pulse per salvare più persone possibili. La protagonista Lightning
scopre che sua sorella Serah è una L’cie, votata ad una missione che in ogni
caso la porterà alla morte. Insieme al ragazzo di Serah, Snow e gli altri che si
uniranno a loro cercherà di salvare Serah e impedire che Cocoon e Pulse
collidano causando la distruzione di entrambi i mondi.
Il buono che c’è in questo gioco finisce qui. La trama si
dipana in maniera lineare fino alla conclusione ed è soddisfacente, ma è tutto
il contorno che non va! I personaggi, come ho già detto sono inconsistenti e lo
sviluppo lineare limita il coinvolgimento nell’ambientazione, che presentata
così comè sembra estremamente interessante. Insomma un’occasione sprecata.
Il sistema di combattimento poi è pessimo. C’è chi dice
innovativo, io dico noioso: gli scontri avvengono in tempo reale come per il
predecessore, ma i personaggi agiscono in maniera quasi indipendente.
Mi spiego meglio. È possibile controllare le azioni di
uno dei tre membri del party mentre gli altri agiscono in base all’IA come per
il Gambit System di FF XII, ma ci sono alcune differenze. I personaggi avranno
abilità legate a ruoli: Attaccante, Occultista, Sentinella, Terapeuta,
Sinergista e Sabotatore, dotate di abilità specifiche e i vari personaggi
saranno portati per alcune piuttosto che per altre, dando alla cosa un certo
grado di personalizzazione. In combattimento l’azione sarà veloce e frenetica:
lo scopo è quello di incatenare i vari attacchi per formare delle combo, e
tutto il difficile sta nel scegliere quelli giusti con il giusto tempismo.
Sembra carino detto così ma il grosso difetto di questo sistema è che per
risolvere gli scontri meno impegnativi si può anche impostare il tutto su
automatico e stare a guardare limitandosi alla pressione del tasto di azione. Lo
sviluppo dei personaggi è basato sul Cristallum, molto simile alla sferografia,
ma come ho già detto più personalizzato.
In definitiva, questo Final Fantasy è decisamente poco
riuscito su molti fronti e se non avesse quel nome altisonante, secondo me non
avrebbe ricevuto tutti quei consensi positivi dalla stampa videoludica. Una
vera delusione.
Voto:5/10
Pro: i ruoli e
il Cristallum danno un certo grado di personalizzazione, la trama tutto sommato
è godibile
Contro: i
personaggi sono pessimi, il combat system è ripetitivo e noioso, l’azione è
troppo lineare e l’assenza di compiti secondari da svolgere mina pesantemente
la longevità del titolo
Dopo quest’ultimo FF così deludente ho molte riserve per
il prossimo capitolo regolare della saga, ovvero Final Fantasy XV. Prima di
tutto perché non è altro che quel Final Fantasy Versus così tanto rimandato da
Square, che secondo me ha subito così tanti rimaneggiamenti negli anni che il
rischio che ne esca una cagata è forte. Secondo motivo, perché da quel poco che
si è visto nel teaser ufficiale i personaggi sembrano davvero poco
interessanti, sono i soliti personaggi emo depressi dall’aspetto androgino,
comuni ai giochi nipponici degli ultimi anni.
Sul resto non mi pronuncio, anche perché non si sa ancora
molto, ma nei prossimi mesi vedremo cosa salterà fuori e vedremo se meriterà i
miei soldi o se dovrò dire addio per sempre alla Fantasia Finale di Square.
Ci vediamo per la terza parte, che riguarda sequel e spin
off da me giocati. Alcuni son piccole perle, altri son decisamente pessimi, ma
ne parleremo.
Nel frattempo se volete ditemi qual è il vostro preferito
e perché, oppure sentitevi liberissimi di smentire i miei giudizi e dire la
vostra, sono curiosa di confrontarmi con altri che hanno giocato questa immensa
saga.
Alla prossima!
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