Di recente, le mie letture mi hanno portato ad imbattermi
in alcuni esordienti stranieri nel campo della letteratura fantastica
conosciuti tramite il vasto mondo del web, e ho notato grossissime differenze
con gli esordienti italiani nello stesso campo.
Partendo dal presupposto che gli italiani sono per la
maggior parte stilisticamente mediocri, e non lo dico solo io, è un dato di
fatto che la maggior parte di quelli che scrive narrativa di genere in Italia
sia digiuno delle più basilari regole della narrativa.
Ora io non sono tra quei puritani che affermano che chi
non rispetta le regole fa schifo a prescindere, perché ci sono scrittori che le
regole le rielaborano o non le seguono alla lettera e hanno scritto romanzi
meravigliosi.
Comunque un minimo di rispetto per le basi è apprezzato,
ecco.
Gli scrittori stranieri scrivono meglio, forse complice
il fatto che in America, per dirne una, ma presumo anche in altri stati, esistono
scuole di scrittura creativa, riviste specializzate che trattano l’argomento e
decine di manuali scritti da persone competenti nel campo. Manuali, tra
l’altro, reperibilissimi anche in Italia per chi volesse provare a scrivere con
uno stile un minimo decente (come provo e riprovo a fare io, ma sono pigra e
non riesco a portare a termine neanche un racconto, mea culpa).
Il panorama fantasy italiano negli ultimi anni è stato
affollatissimo di esordienti, soprattutto adolescenti, a causa del fenomeno Troisi
che ha aperto la strada a tutti gli altri. Era meglio se la strada la
chiudevano al traffico a tempo indeterminato, visti i risultati.
Mettici un drago, ed è subito fantasy!
Gli scrittori italiani si sono dati al fantasy epico per
lo più, ispirato alle grandi saghe come Il Signore degli Anelli e fin qui nulla
di male, solo che l’eroe predestinato che salva il mondo dal Malvagio Signore
Oscuro ha rotto gli zebedei da un pezzo. Almeno a me.
Se ci metti che tutti han voluto provare a scrivere
ambiziose saghe o trilogie la frittata è fatta. Ci vuole esperienza per
costruire un mondo credibile con una situazione politica e militare che non
faccia acqua da tutte le parti e una trama che si dipani senza annoiare per tre
romanzi o più. Se non si ha la capacità per farlo si può sempre scrivere
qualcosa di meno pretenzioso, magari qualche racconto breve che sono meno
impegnativi da questi punti di vista.
Ma anche gli esordienti stranieri si sono dati a saghe e
trilogie, solo che la maggior parte di loro ha saputo costruire
un’ambientazione realistica e credibile. Ma la principale differenze è che
molti non scrivono high fantasy o epic fantasy ma bensì quel fantasy che esiste
grazie a George R.R. Martins, cioè quello brutto, sporco e cattivo. Che è
quello che ultimamente preferisco, dopo quintali di romanzi basati su D&D
et similia, mi sono votata alla sword and sorcery e al low fantasy.
E quindi il succo del discorso qual è? Che stavolta non
sono gli italiani che lo fanno meglio, ma gli autori stranieri. Mi dispiace
dirlo, ma a parte qualche caso sporadico (Zuddas, per dirne uno bravo), gli
italiani il fantasy non lo sanno scrivere.
Ma chi sono questi fantomatici esordienti stranieri da
tenere d’occhio? Ecco qualche nome, alcuni li ho toccati con mano, altri no, ma
purtroppo non tutti hanno ricevuto un’adeguata traduzione italiana e io non ho
più tanta voglia di sorbirmi un libro intero in inglese. Lo saprei leggere, ma dato
che non conosco la lingua in maniera abbastanza fluida mi devo concentrare
all’inverosimile ed è stancante.
Joe Abercrombie
è uno scrittore inglese che ha esordito nel 2006 con il primo capitolo della
trilogia “First Law”, ad oggi ha scritto sei libri, dei quali tre sono
reperibili in italiano editi da Gargoyle, ovvero i primi due capitoli della
trilogia e uno dei romanzi autoconclusivi, che però essendo legato ai fatti
avvenuti nei volumi precedenti sarebbe da leggere successivamente.
Trilogia La Prima
Legge:
Il
richiamo delle spade, Gargoyle, 2013
Prima
che siano impiccati, Gargoyle, 2013
L’ultima
ragione dei re, di prossima pubblicazione presso Gargoyle nel 2014
Altri romanzi:
Il
sapore della vendetta, di prossima pubblicazione presso Gargoyle
The
Heroes, 2011, pubblicato da Gargoyle nel 2012
A
Red Country, 2012
Joe scrive dannatamente bene, ha costruito
un’ambientazione credibile e i personaggi sono caratterizzati ottimamente. Io
ho letto i due volumi della Prima Legge e mi riservo di leggere “The Heroes”
non appena conclusa la trilogia. Ci sarebbe “Il sapore della vendetta” da leggere prima, ma
pare che non sia granchè. È normale che un autore esordiente non imbrocchi
tutto al primo colpo, visto che lo fanno
anche gli scrittori di lunga data. Quindi a parte il mezzo passo falso di “Il sapore della vendetta”,
direi che è promosso a pieni voti. Sicuramente da tenere d’occhio e sperare che
Gargoyle pubblichi tutti i suoi romanzi.
Mark Lawrence è
anche lui uno scrittore inglese, che ha esordito nel 2011 con una, manco a
dirlo, trilogia chiamata Broken Empire e alcuni racconti brevi apparsi su varie
riviste. Per il 2014 pare abbia in programma una nuova trilogia chiamata The
Red Queen’s War, ma c’è da vedere quanto di questo autore arriverà in Italia.
Trilogia Broken Empire:
Prince
of Thorns, tradotto malamente
Il Principe dei Fulmini, Newton Compton 2012
King of
Thorns, tradotto come Il Re
dei Fulmini, Newton Compton 2013
Emperor
of Thorns, si presume verrà
pubblicato l’hanno prossimo.
Personalmente non
ho apprezzato moltissimo, pur riconoscendo che l’autore scrive bene, la storia
di questo giovane principe che diventa capo di una compagnia di mercenari. Non
tanto per lo stile di Lawrence o la crudeltà del personaggio, ma per il fatto
che una banda di tizi grossi e cattivi che prende ordini da un ragazzino,
seppure di nobili origini mi pare poco plausibile. È possibile che se verrà
pubblicato l’ultimo capitolo della saga gli dia una seconda possibilità perché
credo la meriti. Tenetelo d’occhio.
Scott Lynch con
la sua saga dei Bastardi Galantuomini, un progetto di ben sette libri,
esordisce nel 2006. Ad oggi la saga è arrivata al terzo libro, ma in Italia si
sono fermati al secondo, interrompendo la pubblicazione ed affermando che date
le scarse vendite non c’era interesse a tradurre i romanzi successivi. Un
enorme peccato, perché sembrava molto promettente la storia di questo ladro un
po’ sfortunato. Se non avete problemi con l’inglese però potete sempre
leggervela in lingua originale.
Gli inganni di Locke Lamora (The lies of Locke Lamora, giugno 2006)
I pirati dell'oceano rosso (Red Seas Under Red
Skies, luglio 2007)
The Republic of Thieves (ottobre 2013)
The Thorn of Emberlain (annunciato)
The Ministry of Necessity (annunciato)
The Mage and the Master Spy (annunciato)
Inherit the Night
(annunciato)
Avrei voluto leggerla ma mi blocca la mancata traduzione.
Se l’inglese non è troppo difficile e i libri non sono eccessivamente prolissi
potrei farci un pensierino nonostante il mio voto di non leggere più romanzi in
lingua inglese, causa mie difficoltà personali. Chissà.
Patrick Rothfuss è
uno scrittore americano che ha esordito nel 2007 con il primo capitolo della
sua trilogia “Le Cronache dell’Assassino del Re”. All’attivo ha solamente i
primi due volumi della suddetta trilogia, mentre il terzo capitolo è previsto
per il 2014. Sperando che Fanucci non si dimentichi di pubblicarlo anche in
Italia.
Il nome del vento (Fanucci
Editore, 2008)
La paura
del saggio (Fanucci Editore, 2011)
The Door of Stone (possibile titolo, prossima
pubblicazione)
Sto leggendo ora il primo libro della trilogia, Rothfuss non
è sporco e cattivo come gli altri, ma pur essendo “lirico” non scade in quello
stile troppo aulico che infesta il fantasy moderno da Tolkien in poi e perciò merita
una lettura. Nonostante si notino le ingenuità di uno scrittore esordiente,
con situazioni un po’ scontate ed un protagonista un po’ troppo bravo a fare
tutto, il primo romanzo si lascia leggere pur non essendo un capolavoro.
Smussando un po’ gli angoli ha le potenzialità per scrivere cose interessanti
in futuro ed è senz’altro da tenere d’occhio.
Patrick Rothfuss in realtà è uno gnomo
Un’ultima nota, il buon Martins aveva promesso che “The
Winds of Winter”, ovvero il sesto capitolo delle Cronache del Ghiaccio e del
Fuoco, sarebbe uscito nel 2014, ma alla convention Comic Con di New York ha
affermato che non sarà pronto prima del 2015, più realisticamente nel 2017.
Quindi speriamo di riuscire a leggere la fine della saga prima della pensione,
perché con questo ritmo il capitolo finale “A Dream of Spring” uscirà nel 2023
come minimo. Speriamo che George si dia una mossa, non vorrei vedere il finale
prima nella serie Tv e poi su carta! Chissà se le pressioni di HBO per avere
materiale per la serie spingerà George ad accelerare un po’i tempi. Vedremo!
Alla prossima! Vi lascio con una canzone degli svedesi Hammerfall dedicata ai Guardiani della notte, Take the black, ovvero "prendere il nero". Assai in tema questa volta.
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